Il discorso del Console Onorario Stefano Barlacchi durante la manifestazione ‘Zamenhofa Aranĝo Toskana‘ 2023
Il discorso del Console Onorario Stefano Barlacchi durante la manifestazione ‘Zamenhofa Aranĝo Toskana‘ 2023

Il discorso del Console Onorario Stefano Barlacchi durante la manifestazione ‘Zamenhofa Aranĝo Toskana‘ 2023

Di sotto pubblichiamo il discorso del Console Onorario della Repubblica di Polonia in Firenze e Toscana Stefano Barlacchi durante la manifestazione ‘Zamenhofa Aranĝo Toskana‘ 2023 svolta a Pisa nei giorni fra il 17 e il 19.11.2023.

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Zamenhofa Aranĝo Toskana (ZAT) 2023

Gentile Presidente Brazzabeni,
Egregio Vicepresidente Casini,
Signore e Signori del Direttivo e della Comunità esperantista,

ringrazio cordialmente la Vostra Istituzione per l’invito a questo importante evento socioculturale al quale sono lieto di partecipare con la mia collaboratrice Aleksandra Krol Seghi e portando il saluto della Comunità Polacca di Toscana che mi pregio di rappresentare.

L’importanza della lingua quale strumento di comunicazione è elemento primo di conoscenza, di crescita sociale e di sviluppo interculturale.
La densità e la sostanza delle informazioni che il verbo propone nelle diverse declinazioni e nelle diverse comunità, accompagnato dal comportamento dei gesti e dalla fisicità che ogni essere umano mostra nel dialogo, sono segni distintivi unici che nessuna intelligenza artificiale o ideologicamente artefatta può sostituire o modificare.

L’esperanto, cioè la lingua che voi studiate, promuovete e diffondete è stata creata col magnifico scopo di risolvere le difficoltà di comprensione e di interpretazione e si pone come utile mezzo di semplificazione per rendere il dialogo più accessibile; riduce cioè le differenze dell’apprendimento ed avvicina le comunità e le loro diverse culture.

Le stesse funzioni di avvicinamento e di inclusione sono svolte dalla cultura culinaria (e ne abbiamo parlato proprio un mese fa a Palazzo Coppini grazie ad una splendida iniziativa della Fondazione Romualdo Del Bianco e della collega Giovanna Dani Console della Repubblica Ceca). Si pensi a quanti scambi culturali si possono intrecciare grazie all’assaggio di pietanze provenienti da paesi diversi ed agli strumenti necessari per le lavorazioni artigianali.
Si pensi poi all’arte ed alla letteratura, intese queste come intramontabili veicoli di narrazione di coscienza e sentimento, di partecipazione alle passioni, spesso taciute, ed alle difficoltà del vivere quotidiano.

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Anche l’economia ha un suo linguaggio: la moneta. Se ben ricordate (lasciando naturalmente da parte la polemica politica), negli anni in cui la Comunità Europea approvava i criteri di formazione dell’EURO l’allora amato Presidente Carlo Azeglio Ciampi disse: L’EURO, PRIMA CHE UNA MONETA SARA’ UN GRANDE STRUMENTO DI PACE TRA I POPOLI, in quanto annienterà i confini nazionali per una più semplice e diretta comunicazione tra le diverse comunità.

Del resto il medico polacco Ludwik Lejze Zamenhof, l’ideatore e fondatore dell’esperanto, considerava la diversità linguistica la causa principale “che allontana la famiglia umana e la divide in fazioni nemiche”.
Avendo infatti questi vissuto in luoghi geopoliticamente (si direbbe oggi) caratterizzati da frequenti conflitti etnici e religiosi, ebbe modo di ritenere che l’abbattimento delle barriere linguistiche e la costruzione di una lingua pianificata, che mantenesse gli idiomi più importanti, potesse neutralizzare gli istinti nazionalisti e condurre l’umanità verso la fratellanza e la pace.

E fu proprio Zamenhof, infatti, uno delle prime personalità a parlare di STATI UNITI D’EUROPA.

Lieto di aver fatto la conoscenza della vostra comunità e certo di future collaborazioni ringrazio ancora ed auguro buon lavoro!

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