Testimonianza di Maria Gratkowska Scarlini letta durante la presentazione del libro di Miron Białoszewski “Memorie dell’insurrezione di Varsavia”
Testimonianza di Maria Gratkowska Scarlini letta durante la presentazione del libro di Miron Białoszewski “Memorie dell’insurrezione di Varsavia”

Testimonianza di Maria Gratkowska Scarlini letta durante la presentazione del libro di Miron Białoszewski “Memorie dell’insurrezione di Varsavia”

Durante la presentazione del libro di Miron Białoszewski intitolato Memorie dell’insurrezione di Varsavia che ha avuto luogo il 03.03.2022 alla biblioteca Feltrinelli di Firenze, il Console Onorario della Repubblica di Polonia in Firenze, Stefano Barlacchi ha letto la lettera di Maria Gratkowska Scarlini, presidente dell’Associazione culturale italo-polacca in Toscana.

Maria Gratkowska Scarlini, presidente dell’Associazione culturale italo-polacca in Toscana

Nella lettera Sig.ra Gratkowska Scarlini ha descritto la sua dolorosa testimonianza della II guerra mondiale.

Di sotto pubblichiamo il testo intero della lettera:

2.3.22

Care Amiche,
Caro Console,
                       
Ho ricevuto l’informazione della presentazione del Libro MEMORIE DELL’INSURREZIONE DI VARSAVIA direttamente da Luca Bernardini e adesso dal Console Stefano Barlacchi.
È stato per me un grande e doloroso ricordo.


        Ero piccola, ma non tanto, avevo 9 anni e 7 mesi il 1° agosto del 1944.


        Questi eventi così forti mi sono rimasti impressi in modo incancellabile.


        Abitavamo in via Ogrodowa 17, dietro il tribunale di Giustizia nel Quartiere di Wola.  – Quasi tutti gli abitanti in questo rione sono stati uccisi dai tedeschi. Noi al n. 17 ci hanno risparmiato.


        Eravamo quattro. La mamma, la zia, io e mio fratello, 5 anni più piccolo di me.

Mio padre non c’era più. Nell’aprile 1941 è stato arrestato dai tedeschi messo nel famoso PAWIAK e ucciso fucilato il 28 maggio 1942 nella foresta di Sekocin a Madgalenka – vicino a Varsavia – insieme ad altri polacchi che combattevano per la libertà della Polonia.

Oggi in questo posto si trova un monumento dedicato ai martiri, dove sul marmo nero messo in cerchio sono scolpiti tutti i 233 nomi, fra cui c’è appunto Jan Gratkowski – mio padre, che aveva 36 anni.


        Il 1° agosto alle ore 17,00 si sentivano delle sirene. Varsavia insorgeva contro l’occupante.
        Sulle braccia la mamma ci ha messo delle fasce bianche e rosse. Ma intanto si sentivano da lontano gli spari sempre più forti.
        Non capivo che cosa succedesse….


        iI 9 di agosto tantissimi tedeschi entrarono sparando nel cortile di casa nostra. Gridando “Raus!”


        Ci fecero mettere a destra le donne con i bambini, a sinistra uomini e le donne sole.  Questi ultimi di fronte ai nostri occhi furono tutti fucilati.


        Mai, mai, non riesco a dimenticare questa fucilazione.


        Tedeschi entravano nelle abitazioni, uccidendo eventuali persone nascoste. E mentre uscivano con i lanciafiamme bruciavano le case.
       
         Graziati (donne e bambini) ci misero in marcia fra le fiamme in via Biala in direzione della chiesa di San Bartolomeo dove sulle scalinate erano seduti sulle poltrone tedeschi con tanti morti intorno.

Non riesco a dimenticare.


        Lungo il cammino ci sono delle barricate. Ad un certo momento ci cado dentro, mi brucio, non mi ricordo chi mi tira fuori. Mi salva il vestiario, ma i segni sulla testa li porto ancora oggi.


        Lungo il camino ci portano a Pruszkow per poi selezionarci a Campi di sterminio.
        Se siamo vivi lo dobbiamo ad una famiglia. C’era il crepuscolo mentre camminavamo, e qualcuno ci ha spinto verso i cespugli.
        Ci hanno tenuto un paio di giorni nascosti nelle cantine.

Qualche giorno dopo la sorella di mio padre che abitava a Podkowa Lesna ci ha portato via. Molto tempo abbiamo vissuto di nascosto, perché i tedeschi cercavano i profughi.


Carissimi,


DOVETE PERDONARMI MA SO CHE NON AVRO’ LA FORZA DI ESSERE LI’ GIOVEDI’.

MI SONO TORNATE IN MENTE TUTTE L’ATROCITA’ CHE HANNO FATTO I TEDESCHI DURANTE L’INSURREZIONE. E MI RICORDO MOLTO DI PIU’ DI QUELLO HO SCRITTO.


MA ANCHE LA OCCUPAZIONE TEDESCA CHE HO VISSUTO A VARSAVIA MI HA LASCIATO GRANDI SEGNI.


Vi abbraccio tutti,
Maria Gratkowska